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La mia visione del Consulente del benessere

Varie sono le aree che sono analizzate dal Consulente del benessere, l’area alimentare,

più immediata e semplice da gestire, quella fisica dedicata al benessere del corpo e

quella cognitiva che riguarda il benessere della mente; ma, a mio avviso, sono, se non

più importanti, almeno parimenti importanti alle precedenti l’area sessuale, relazionale

e quella filosofico-spirituale.

Ho trovato molto interessante il discorso che si incentra intorno a queste ultime due

in quanto ho vissuto personalmente momenti difficili che le hanno riguardate.

La relazione con il prossimo, intesa come “philos” in particolare, penso che possa esprimere nel modo migliore quella forma di empatia che ci permette di guardare chi ci è davanti con gli occhi del Consulente che vuole intessere una reale relazione di aiuto volta a migliorare sinceramente la qualità della vita del Cliente.

Infatti molte volte può capitare di sentirsi bisognosi di avere intorno qualcuno che capisce i nostri pensieri e i nostri sentimenti senza sentirlo come una forzatura ma, bensì, come un reale interessamento a noi.

La relazione che si instaura in questo modo è forte e lega molto il Cliente al Consulente aiutandolo così ad aprirsi e ad esprimersi con sincerità e spontaneità.

Il Consulente così può ascoltare e capire quale bisogno esprime il Cliente, senza blocchi e filtri.

Possono così venire a galla varie problematiche, da quelle legate alla sfera alimentare, dove il Cliente tipicamente può lamentarsi del suo peso, a quella affettiva magari dovuta ad un distacco importante quanto a una difficile relazione con il prossimo.

Spesso tutti questi elementi, dalla componente alimentare legata al peso passando al desiderio di benessere del corpo per finire a quella di appagare il proprio bisogno spirituale hanno un elemento in comune che è quello della paura di non essere accettati dagli altri.

Una paura che spesso tutti noi viviamo in varie circostanze e in misura più o meno accentuata. Questa paura può portare a non sentirsi accettati in ambito lavorativo oppure all’interno di un gruppo di amici. Spesso questa paura di non piacere diventa così forte da provare quel sentimento di non piacersi e addirittura rifiutarsi, isolandosi.

Penso che il Consulente del Benessere può fare molto per aiutare chi sta perdendo così la propria autostima.

Noi esseri umani non siamo stati infatti creati per sopravvivere limitandoci a svolgere quelle funzioni basilari che permettono di non estinguerci. Usando parole riportate durante una lezione e che mi hanno colpito pur nella loro semplicità, noi non siamo “trote” che nascono, crescono (lottando per non essere mangiate da piccole), si riproducono e muoiono.

Siamo esseri pensanti, dotati di intelligenza, capacità di discernimento e libero arbitrio. Queste facoltà ci differenziano dagli altri animali, in particolar modo dalle “trote”. Ci fanno crescere e acquisire abilità e conoscenze che spaziano tra i più disparati ambiti dello scibile.

Ci permettono di essere persone capaci di ragionare ed essere responsabili delle nostre azioni, ci fanno provare emozioni in determinate circostanze, ci fanno provare gioia e dolore, serenità e rabbia. Siamo consapevoli di noi stessi e del mondo che ci circonda, di ciò che c’è di bello, ma anche delle cose brutte. Siamo anche consapevoli dei nostri limiti e delle nostre imperfezioni.

Quando ci accorgiamo di essere persone imperfette e vediamo in noi qualcosa che non ci piace, cerchiamo di capire come fare per aggiustarlo per tornare a piacerci e a piacere. Abbiamo paura di rimanere soli, esclusi socialmente.

Il Consulente del Benessere può aiutare chi ha questa paura e svolgere una forma di psicoterapia senza voler ovviamente essere uno psicologo, può aiutare, ad esempio, chi è sovrappeso a trovare il modo di tornare a piacersi ripristinando un giusto regime alimentare associato alla necessaria attività fisica cercando di stimolare il cliente ad acquisire quella attitudine mentale che è alla base per il successo.

Infatti le paure possono essere ridotte e addirittura annullate lavorando intorno ai problemi che le causano. Il Consulente è bene che non si fermi alla sola “prescrizione” di preparati erboristici più o meno reclamizzati o a pseudo terapie più o meno esoteriche che caratterizzano l’operato della maggior parte dei Naturopati tradizionali spesso adducibili alla categoria dei ciarlatani.

Il Consulente del Benessere o Consulente in Naturopatia, a mio avviso, deve andare ben oltre la semplice “prescrizione” di erbe, fiori, riti magici e quant'altro  concentrandosi nella ricerca del benessere di colui o colei che si trova davanti e che chiede aiuto.

Non si tratta di dover aiutare la persona a guarire da una malattia, per questo ci sono i medici, ma di aiutare la persona (il Cliente) a ritrovare il benessere andando ben oltre quello stato di omeostasi a cui il medico riporta.

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Allora Il Consulente può incoraggiare il Cliente a muoversi, cercare nuovi stimoli, nuove conoscenze, andando per esempio a fare passeggiate in mezzo alla natura dove non solo ha la possibilità di ossigenarsi i polmoni e il cervello con indubbi benefici per i suoi neuroni, ma anche di ammirare le innumerevoli bellezze della natura, dalle varietà arboree, alla fauna, dai piccoli fiori che crescono sui prati alla maestosità delle piante secolari, dai minuscoli insetti che arieggiano il terreno ai colori delle farfalle e così via. Per non parlare dei panorami che si possono godere in montagna come i tramonti pieni di colore.

Spesso l’essere umano va alla ricerca delle cose complicate dimenticando che spesso nelle cose più semplici o a portata di tutti possiamo trovare piacere.

Non è sempre necessario andare in palestra o al solarium o alla Spa per sentirsi gratificati o stare meglio.

Invece di andare in palestra e uscire dal luogo chiuso della propria casa per richiudersi in un altro luogo chiuso a sudare e faticare perché non andare a farsi una passeggiata in mezzo alla natura?

Invece di andare a farsi irradiare da raggi dannosi per apparire abbronzati e pensare così di essere considerati dagli altri più belli, perché non andare a prendere il sole distesi sulla sabbia (per chi è vicino al mare o può permettersi di andarvici) oppure sdraiati su un prato magari insieme alla persona a cui si vuole bene?

Invece di andare a faticare in palestra correndo su un tappeto di gomma inchiodato al terreno con una cuffia che suona musica ad alto volume che escluda i rumori esterni, perché non farsi una corsetta vicino al lago o al mare ascoltando i rumori della natura?

Sono solo semplici suggerimenti che però possono ridare alla persona che li chiede la fiducia nelle proprie capacità di lasciare da parte i problemi di tutti i giorni, riacquistare quella autostima che ha perso, soltanto vedendo che i risultati che si hanno dimostrano che ce la può fare, da sola.

Non è necessario sconvolgere la propria vita, non serve una dieta drastica che svuota di calorie e grassi e riempie di stress e angoscia, non serve dover subito correre per 30 km o 5 ore al giorno. La gradualità è la cosa giusta da fare, secondo le proprie capacità stimolando la voglia di cambiare e gratificando i risultati ottenuti giorno dopo giorno, passo dopo passo, per piccoli che possano essere.

Queste sono le mie idee, questo è ciò che penso sarebbe giusto fare per aiutare chi, con la fatica di chi si deve mettere in discussione, viene da noi, Consulenti del Benessere per ricevere aiuto, quell’aiuto sincero motivato da una reale empatia verso il nostro prossimo.

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Giancarlo Errichelli

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Persona triste
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